venerdì 31 ottobre 2014

Scalea, agosto2014



In questi giorni di cielo sereno che sconfina in un mare trasparente sempre più caldo, si vuole sperare che i problemi di questa nostra Italia
Si risolvano come le nuvole che nel cielo si diradano all'arrivo del bel tempo.
La sola speranza però non basata. C'è bisogno di più.
Prendiamo ad esempio Scalea, una cittadina come tante altre delle nostre coste del Tirreno, che ha preso le sue risorse dalla terra e dal mare. Ma dagli anni '70 è iniziato il grande saccheggio, dalle colate di cemento alla corruzione, mettendola in ginocchio.
Da un anno il Comune è stato commissariati e la città vive ora in uno stato di abbandono che accende i toni del disagio.
I cittadini, quelli che credono nella cittadinanza consapevole e partecipata, ci dicono che è giunto finalmente il momento di voltare pagina.
Dal pubblico un parroco tuona riportando alla responsabilità di ciascuno il buon governo della città.
C' è uno sforzo generale per accogliere i turisti, ultimo baluardo di un'economia pressoché inesistente.
C'è chi si alza al mattino e si prende cura della pulizia della strada che passa davanti casa; chi decora con piante e fiori la viuzza del centro storico, andando aggiungendo vasi di anno in anno; chi organizza momenti culturali a proprie spese; una giovane ha pensato ad aprire un piccolo laboratorio e propone la sua attività un'attività di decorazione della ceramica.
Siamo soli, ma non possiamo andare alla deriva. Commentano con il nodo alla gola.
C' è anche chi però non ha capito o non vuole voltare pagina.
Si pensa che le istituzioni potrebbero aiutare ascoltando, sostenendo, coordinando.
Lo si credeva lo scorso anno quando il Commissario aveva promesso. Poi il cambio, e ora solo silenzio.
Si rimane in attesa di una risposta almeno per un appuntamento, dicono.
Vorremmo almeno poter iniziare a risolvere qualche problema, magari partendo dall'immondizia.
Pare una metafora, invece è prima di tutto un bisogno!







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